La bella e le bestie. Lei è Miriam Leone nei panni (si fa per dire) di
tale Veronica, amante di un imprenditore milanese che la aiuta a
coronare il suo sogno (diventare come la Cuccarini), le bestie sono i
personaggi che ripercorrono i giorni di Tangentopoli. Se togliamo alcuni
punti di riferimento dell'inchiesta che determinò la fine di un impero
(la Prima Repubblica), e ci poniamo di fronte a 1992 (Sky Atlantic) come
a una fiction, il risultato è buono. Un prodotto che segue i binari di
Romanzo Criminale e Gomorra.
L'affresco è aderente a un periodo in cui la mazzetta c'era ma si faceva
finta di vedere poco, le ragazzine sognavano con Non è la Rai e, quando
crescevano, cercavano un «papi» che potesse aiutarle a ottenere il
successo vendendo quello che mamma aveva regalato loro. Se cerchiamo
invece le pagine di cronaca, viene da sorridere.
Fiction e cronaca difficilmente vanno d'accordo. Più facile raccontare di una avvenente cronista del Corriere che avvicina il giovane poliziotto per avere «scoop», piuttosto che notti passate a maledire un lavoro che ti lascia lontano da casa per un'idea che porterebbe solo a notti insonni, sigarette e panini improvvisati. Stefano Accorsi interpreta Leonardo Notte, un maneggione che lavora per Publitalia, ha una figlia che ama meno di una bella giacca, vive per se stesso e per il potere. Attorno a lui i grandi nomi dell'inchiesta che creò l'unico terremoto dal quale quello stesso sistema travolto si è rialzato in fretta (con altre tecniche, con altre esperienze, ma...). Anche il personaggio di Antonio Di Pietro (Antonio Gerardi), l'eroe di Tangentopoli, è (come è giusto che sia) cinematografico. Esce il nome di Craxi, escono leggende come quella dei soldi buttati nel water. C'è un Berlusconi del quale però si sente soltanto la voce (mentre fa bisognini). C'è Bossi e una Lega che vede aprirsi uno spiraglio. Ci saranno altre pagine di quei giorni di speranza per chi pensava che si potesse davvero cambiare qualcosa. Qualcosa è cambiata: Di Pietro, per esempio, è finito in politica. La straordinaria campagna promozionale fatta da Sky ha portato a un esordio record, con 723.070 spettatori. Mentre su Raiuno 5.377.000 hanno visto l'altra faccia della Leone, La Dama Velata, santa donna.
Fiction e cronaca difficilmente vanno d'accordo. Più facile raccontare di una avvenente cronista del Corriere che avvicina il giovane poliziotto per avere «scoop», piuttosto che notti passate a maledire un lavoro che ti lascia lontano da casa per un'idea che porterebbe solo a notti insonni, sigarette e panini improvvisati. Stefano Accorsi interpreta Leonardo Notte, un maneggione che lavora per Publitalia, ha una figlia che ama meno di una bella giacca, vive per se stesso e per il potere. Attorno a lui i grandi nomi dell'inchiesta che creò l'unico terremoto dal quale quello stesso sistema travolto si è rialzato in fretta (con altre tecniche, con altre esperienze, ma...). Anche il personaggio di Antonio Di Pietro (Antonio Gerardi), l'eroe di Tangentopoli, è (come è giusto che sia) cinematografico. Esce il nome di Craxi, escono leggende come quella dei soldi buttati nel water. C'è un Berlusconi del quale però si sente soltanto la voce (mentre fa bisognini). C'è Bossi e una Lega che vede aprirsi uno spiraglio. Ci saranno altre pagine di quei giorni di speranza per chi pensava che si potesse davvero cambiare qualcosa. Qualcosa è cambiata: Di Pietro, per esempio, è finito in politica. La straordinaria campagna promozionale fatta da Sky ha portato a un esordio record, con 723.070 spettatori. Mentre su Raiuno 5.377.000 hanno visto l'altra faccia della Leone, La Dama Velata, santa donna.
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